La Casa degli Echi C2.1
A horror story by Alessandro Moretti
Nella piccola cittadina di Rivelle, si ergeva una vecchia villa abbandonata.Le finestre erano coperte da una fitta vegetazione, e la porta d'ingresso, in legno marcio, scricchiolava al minimo movimento.I residenti raccontavano storie inquietanti su quella casa, affermando che fosse abitata da spiriti inquieti.Nessuno osava avvicinarsi, tranne un giovane curioso di nome Marco.Marco era affascinato dalle leggende locali e desiderava scoprire la verità.Una sera, armato di una torcia e di un registratore, decise di entrare.La porta si aprì con un forte rumore, come se la casa stessa volesse avvertirlo di non entrare.Marco fece un passo dentro e il freddo lo avvolse immediatamente.L'aria era densa di un odore di muffa e polvere.Ogni passo che faceva risuonava come un'eco nel silenzio.Sulle pareti, fotografie sbiadite di volti sorridenti sembravano osservarlo.Ma i sorrisi apparivano inquietanti, come se nascondessero un segreto.Marco proseguì verso il soggiorno, dove un vecchio pianoforte giaceva, coperto da un lenzuolo bianco.Decise di sollevarlo, e il suono di una nota, distante e malinconica, riempì la stanza.In quel momento, un brivido percorse la sua schiena.Sentì un sussurro, un mormorio indistinto proveniente dall'angolo opposto."Chi c'è?" chiese, la voce tremante.Non ricevette risposta, solo un silenzio opprimente.Marco avanzò cautamente, il cuore che batteva forte.Le pareti sembravano avvicinarsi, e la luce della torcia tremolava.Arrivò in una stanza con un grande specchio polveroso.Si avvicinò, curioso di vedere il suo riflesso.Ma ciò che vide lo fece trasalire.Non c'era solo lui.Dietro di lui, una figura scura, indistinta, si stagliava.Marco si voltò di scatto, ma non c'era nessuno.Tornò a guardare nello specchio, e la figura era ancora lì, più vicina.Il panico lo assalì.Cominciò a correre, ma le porte sembravano chiudersi su di lui.Ogni stanza era un labirinto, e il tempo sembrava essersi fermato.Le risate di bambini lontani risuonavano, accompagnate da un pianto straziante.Marco si sentiva intrappolato in un incubo.Finalmente, trovò una finestra.La aprì con tutte le sue forze, ma il vetro si frantumò in mille pezzi.Si ferì leggermente, ma il dolore era nulla rispetto alla paura.Decise di saltare, ma all'ultimo momento, sentì una mano gelida afferrarlo.Non poteva credere ai suoi occhi.Era un bambino, con gli occhi spalancati e un sorriso inquietante."Non andare via", disse con una voce che sembrava provenire da un luogo lontano.Marco si liberò dalla presa e si lanciò fuori, atterrando nel giardino incolto.Respirò a pieni polmoni, ma qualcosa lo spinse a voltarsi.La casa sembrava pulsare, viva.Le finestre si erano illuminate, e le risate si erano trasformate in un coro di voci che lo chiamavano.Marco scappò, senza mai fermarsi.Tornato a casa, non riuscì a dormire.Le immagini di quella notte lo perseguitavano.Nonostante fosse al sicuro, sentiva che la casa non lo avrebbe mai lasciato andare.Ogni notte, sognava di tornare lì.Un giorno, decise di tornare.Una parte di lui voleva scoprire la verità, mentre l'altra temeva ciò che avrebbe potuto trovare.Con il cuore in gola, si avvicinò alla casa.Le porte erano aperte, come se lo stessero aspettando.Entrò di nuovo.Ma questa volta, il silenzio era diverso.C'era un'aria di attesa, come se la casa fosse in attesa di un protagonista.Marco si sentì osservato, come se gli occhi invisibili lo seguisssero.Si inoltrò nel soggiorno, e il pianoforte era silenzioso.Ma le fotografie sulle pareti ora mostrano solo volti scomparsi, e la polvere si era depositata su di esse come una nebbia.Marco si avvicinò allo specchio, e per un attimo, vide il suo riflesso.Ma poi, la figura scura tornò.Questa volta non si voltò.Comprendendo che non poteva sfuggire, chiuse gli occhi e si preparò ad affrontare il suo destino.La casa degli echi lo aveva accolto di nuovo, e questa volta, non c'era via d'uscita.
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