C'era una volta, in una foresta lussureggiante, un corvo che si vantava della sua splendida voce. Ogni mattina, si posava su un alto ramo di un albero e intonava melodie che incantavano tutti gli animali del bosco. Tra questi, vi era anche una volpe astuta, che ascoltava in silenzio, ammirando il corvo e pensando a come potesse approfittare della sua vanità.
Un giorno, mentre il corvo stava cantando, la volpe si avvicinò e, con voce melliflua, disse: "Oh, corvo magnifico! La tua voce è senza pari. Non ho mai ascoltato un canto così sublime!". Il corvo, lusingato da queste parole, si sentì gonfio di orgoglio e iniziò a pavoneggiarsi, dimenticando la precauzione di non fidarsi delle lusinghe.
"Grazie, cara volpe!" rispose il corvo, battendo le ali. "Ma dimmi, cosa potrei fare per rendere il mio canto ancora più bello?"
La volpe, con un sorriso malizioso, rispose: "Se solo tu avessi un pezzo di formaggio in bocca mentre canti, la tua voce risuonerà come il canto degli angeli!". In quel momento, il corvo ricordò di aver visto un pezzo di formaggio abbandonato poco prima, e, colto dalla foga della vanità, decise di afferrare l'idea.
"Hai ragione, amica volpe!" esclamò il corvo. "Cosa c'è di meglio che abbinare la bellezza del canto alla dolcezza del formaggio?" Così, il corvo si mise in cerca del formaggio, e dopo poco lo trovò. Con il pezzo di formaggio tra il becco, tornò sul ramo e iniziò a cantare di nuovo.
Ma mentre il corvo cantava, la volpe, con un piano ben congegnato, si avvicinò ulteriormente. "Oh, corvo!" disse, fingendo di essere colpita dal suo canto. "Ma come fai a cantare così bene con quel formaggio in bocca? Non vorresti mostrarlo a tutti noi?".
Il corvo, accecato dalla vanità, decise di dare un colpo di becco al formaggio per mostrarlo alla volpe e agli altri animali. Ma nel momento in cui aprì il becco, il formaggio cadde a terra, e la volpe, agile e veloce, si precipitò a prenderlo.
"Grazie, caro corvo!" esclamò la volpe, mentre si allontanava con il formaggio. "La tua astuzia è stata molto utile!". Il corvo, resosi conto di essere stato ingannato, si sentì ridicolo e, per la prima volta, comprese l'importanza di non lasciarsi sopraffare dalla vanità e di non fidarsi delle lusinghe altrui.
Da quel giorno, il corvo decise di essere più cauto e umile. Continuò a cantare, ma non si lasciò più influenzare dalle parole dolci della volpe o di chiunque altro. E la volpe, pur essendo astuta, imparò che le sue astuzie potevano tornare contro di lei se non avesse usato la sua intelligenza con saggezza.
E così, nel cuore della foresta, gli animali continuarono a vivere, ognuno con le proprie lezioni e la consapevolezza che la vanità può spesso portare a una caduta inaspettata. La volpe e il corvo non divennero mai amici, ma entrambi si rispettarono, sapendo che ognuno aveva un ruolo da svolgere nella grande danza della vita.
E questa è la lezione: non lasciare che la vanità offuschi il tuo giudizio, e ricorda che l'astuzia, sebbene utile, deve sempre essere usata con saggezza.